lunedì 19 maggio 2008

Come si affronta un colloquio di lavoro?

Devo ammettere che non ho mai avuto problemi durante i colloqui, l'ansia del terzo grado non mi ha mai spaventato.
Il look è sempre quello: no sexy alla Paris Hilton e ne austero alla monaca, opto per l'eleganza, capelli in ordine e il trucco ti-vedo-non-ti-vedo e mani curate.
Il curriclum sempre aggiornato e impostato graficamente.

Neanche dovessi andare a cena con Brad Pitt, ma il fatto è che in ogni colloquio tendo a dare il massimo e anche se mi preparo abbastanza cercando di prevedere ogni dettaglio, ogni mossa la domandina velenosa può capitare.
Ecco le classiche domande da colloquio:





Lui: "Signorina, professionalmente dove si vede tra 10 anni?"
Che razza di domanda, neanche fossi mago merlino, ma sò bene che è una domanda a trabocchetto. In realtà vuole scoprire se sono veramente decisa a investire in questo nuovo lavoro o se è solo un trampolino di lancio per la mia carriera o solo un lavoro che mi fa fare "curriculum".
Da una parte hanno ragione, non è bello svezzare giovani talenti che finiscono per andare a lavorare per altri.
La risposta potrebbe essere questa:
"So che il colloquio è il posto da assistente, ma sono sicura che con le mie capacità tra qualche anno potrei far parte della segreteria di direzione".
In questo modo non solo dimostro di avere ambizione ma soprattutto che una volta imparato il mestiere non taglierò la corda.
Lui: "Perchè vuole lasciare il suo attuale impiego"?
Mi verrebbe da rispondere che mi sembra di stare a scuola tra battibecchi con i colleghi e frecciatine con le colleghe, ma è meglio che mi sto zitta se non voglio fargli capire che non so fare un lavoro di squadra. Meglio dire: "Credo che essere assunta nella vostra azienda mi darebbe l'opportunità di mettere a frutto le mie capacità professionali per cui ho tanto studiato".
Faccio capire immediatamente che sono lì per migliorare la mia posizione e per valorizzare le mie capacità.

Lui:" Quale ritiene che sia la sua maggiore debolezza?"
Cuba libre e matrioska alla fragola??......ehm...non penso sia la risposta esatta.
Meglio ammettere che ho degli atteggiamenti da correggere, ma che dimostro di voler fare qualcosa per migliorarmi. Certo non è che posso andare a dire che mi vergongo di rispondere al telefono se il colloqio è per un call center....sarebbe nettamente autogoal!!.

Lui:"Perchè dovremmo prendere proprio lei?"
Bella domanda, ma so che è solo un modo per capire come "mi vedo" all'interno di un'azienda....ma gioco d'anticipo, perchè prima di presentarmi al colloquio mi sono informata il più possibile sulla società e sui prodotti, visitato il sito e che conosco la filosofia aziendale della società per cui mi sto candidando e che la condivido in pieno.

Ora tocca a me!
Io: "Come si colloca questa azienda sul mercato?"
E' normale che mi stia a cuore sapere quanto sia solida l'azienda per la quale potrei lavorare, ma meglio non esagerare, non vorrei capissero che mi stia più a cuore lo stipendio!!!
Quindi tengo in caldo la domanda e aspetto che il capo abbia finito di presentare la società e aggiungere: "Dalle informazioni che ho, mi sembra che siate leader nelle vendite in questa zona" e passerò per una che mi sono documentata e avrò soddisfatto il loro bisogno di gratificazione.
Io: "Perchè questo posto è attualmente vacante?"
Beh di certo non è che mi verrà a dire che sono fuggiti perchè li pagava in ritardo o perchè era uno schiavista, ma posso sapere se ha veramente bisogno di gente nuova e se è una società in espansione e quindi a caccia di persone valide per formare un nuovo team o se, invece, è affetto dalla sindrome "da licenziamento facile".
Un modo per indagare senza farmi sgamare ci sarebbe: "La necessità di fare questa assunzione è sorta ultimamente oppure chi se ne occupa ha cambiato ruolo?".
In questo modo la mia domanda suonerà più legittima, senza far capire che voglio sapere se la persona in questione è stata licenziata o si è dimessa sennò capirebbe che punto al posto fisso e quindi avrei risolto il problema del mutuo.
Io: " Quali requisiti deve avere la persona che cercate".
Anche perchè, al di là dei requisiti richiesti, ogni azienda ha delle aspettative diverse nei confronti dei propri dipendenti, senza contare che potrei scoprire io stessa che questo lavoro non fa per me.
E quindi non è che mi fermo alle singole mansioni, ma chiedo anche chi sarà il mio superiore, di quanta autonomia potrò disporre e avrò un quadro completo della situazione.
Io: "Come avverrà il mio inserimento in ufficio?"
Di certo, con questa domanda guadagnerò dei punti, dimostro di far gia parte della squadra e potrò capire se mi affiancheranno a dei colleghi nello stesso settore (quindi puntano sul lavoro in team) o se, invece, a supervisionarti sarà il capo (si tratta di un'azienda più gerarchica).

Domande da nn fare mai:
Come pensa che sia andato il colloquio?
Quanto vengono retributio gli straordinari?
Quali sono i benefit concessi ai dipendenti?
Gli orari di ingresso e di uscita, da voi, sono rigidi?
A quanti giorni di ferie avrò diritto?
Ma da voi le donne hanno delle reali possibilità di carriera?

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